
Eliminare lo zaino, carico di libri e quaderni, che ogni mattina gli scolaretti della primaria si caricano sulle spalle per andare a scuola, evoca di per sé un’immagine di libertà, scioltezza di movimenti e piacevolezza. In realtà non si tratta solo della mancanza del peso fisico dei libri, ma di un concetto completamente diverso di scuola. Se nell’aula tradizionale tutte le spiegazioni o le interrogazioni si svolgono dalla cattedra, nell’aula “Senza Zaino” le attività sono distribuite nello spazio, supportate da arredi e sussidi. In questo ambiente, dove ogni angolo è connotato in base alle attività, i ragazzi possono muoversi liberamente. In pratica i bambini hanno tutto il materiale didattico (dai libri, ai colori, ai supporti tecnici) a scuola, in comune, e addirittura un I-pad a testa per le lezioni di informatica.
L’istituto “Sichirollo”, diretto dalla dott.ssa Patrizia Granata, è l’erede di tre storici istituti rodigini: il collegio “Sacro Cuore”, l’istituto “De Silvestri” ed il Collegio vescovile “Angelo Custode”. La scuola, che mira alla formazione integrale della persona, a promuove la costruzione dell’identità e la conquista dell’autonomia fin dai primi anni di vita, ha completamente superato la logica assistenziale per puntare diritto verso la qualità dell’offerta formativa ed ha adottato appieno questa filosofia.
“Senza Zaino” propone un nuovo modello di scuola, dove il sapere si fonda sull’esperienza e alunni e docenti sono impegnati a creare un ambiente ricco di stimoli. “Il punto di partenza è l’ambiente esteriore: ampio, accogliente, dove i ragazzi non sono obbligati a sedere dietro ai banchi per tutta la mattinata ma, a seconda della materia proposta, si spostano nello spazio dove trovano il supporto di arredi e sussidi” - ha spiegato la dirigente Patrizia Granata. “Allo stesso modo, - ha proseguito - l’insegnante non sta dietro la cattedra ma si muove, affiancando gli alunni. Al centro del nostro modo di lavorare c’è il ‘curricolo globale’ che unisce la progettazione della formazione con la progettazione dello spazio, realizzando l’ospitalità dell’ambiente formativo che, a sua volta, promuove la responsabilità e l’autonomia degli scolari. Si forma una piccola comunità in cui tutti imparano e tutti insegnano, pur se a ciascuno vengono riconosciute risorse e posizioni diverse”.
Al centro del progetto, quindi, c’è l’alunno con la sua attività, integrazione di mente e corpo, la condivisione di tutto ciò che l’ambiente offre e libertà di comportamento e azione, sempre nel rispetto degli altri e di quello che si sta svolgendo, sviluppando, così, la propria autonomia, la responsabilità e la voglia di impegnarsi e partecipare. L’I-pad e i diversi laboratori (informatico, artistico, scientifico, linguistico e musicale), sono gli strumenti di lavoro messi a disposizione quotidianamente agli studenti. L’esperienza è stata accolta con grande entusiasmo sia da parte degli alunni che dei docenti e, visto il grande successo ed i positivi risultati ottenuti, ci si augura che questo modello di insegnamento venga preso ad esempio anche da altri istituti.